Quando il Sacro Graal era nascosto a Castello

La Basilica di S. Pietro di Castello si dice (vox populi) che sia stata custode del Sacro Graal. Per certo fu sede Patriarcale di Venezia fino al 1800, quanfo tale sede fu spostata alla Basilica di S. Marco.

37-Ciesa di S. Pietro di Castello.jpgFondata nel VII secolo sull’isola di Olivolo dove sorgeva un antico abitato inglobato nella nascente città di Venezia, secondo la tradizione, fu consacrata dal vescovo di Eraclea San Magno, come chiesa consacrata ai santi bizantini Sergio e Bacco.

Nell’841 la cattedrale fu rifondata dal potente vescovo Orso Partecipazio, figlio e nipote di Dogi, e ridedicata a San Pietro Apostolo. E’ qui che si trova il Trono di S.Pietro, che fu portato da alcuni mercanti da Antiochia, dove l’apostolo aveva predicato appunto seduto su questo sedile che è costituito da un’antica stele funeraria islamica, recante motivi decorativi arabi e incisioni cubiche di versetti del Corano.

Da ammirare le due cappelle una con l’opera del Veronese del 1585 i Santi Giovanni Evangelista, Pietro e Paolo, l’Immacolata di Giovanni Maria Morlaiter XVIII secolo, ed il Martirio di S. Giovanni Evangelista del Padovanino. 

Fu qui che vennero rapite le dodici spose che sono ricordate nella Festa delle Marie  ricordata ogni anno nella Chiesa di S. Maria Formosa.

Questa era un festa delle più amate dal popolo veneziano, una celebrazione gioiosa, caduta in disuso già dal 1379 e poi ripresa alcuni secoli dopo, ma in forma molto ridotta. La leggenda vuole che nel 943, sotto il doge Pietro Canduiano, fosse ancora in uso a Venezia celebrare tutti i matrimoni in un giorno solo dell’anno. Le spose partivano in corteo acqueo dall’Arsenale  lungo il rio detto appunto delle Vergini per raggiungere i promessi mariti che le attendevano con gli invitati alla chiesa di S.Nicolò al Lido. Quell’anno i pirati triestini e narentani.

Con una temeraria scorreria assalirono il corteo in laguna e rapirono tutte le spose con tutti i corredi e le doti. Ma ebbero la malaugurata “per loro”idea  di spartirsi il bottino nella laguna di Caorle, vennero così raggiunti dalla spedizione dei veneziani inferociti che si erano mobilitati subito dopo il ratto: i pirati furono trucidati e le spose riportate alla cerimonia.38-Trono di S. Pietro.jpg

Nello spirito di interclassismo che animava la pur oligarchica serenissima, per ricordo della fulminea vittoria fu imposto tributo a dodici famiglie patrizie  di provvedere ogni anno alla dote di dodici fanciulle veneziane povere scelte tra le più belle, nel senso specifico di virtuose, che vennero battezzate come “Le Marie”.

La festa si svolgeva nel mese di Gennaio e prevedeva che nel giorno detto della purificazione  le donzelle andassero a S. Pietro di Castello, dove il vescovo usciva dalla messa a benedirle per poi scortarle fino a S. Marco per incontrare il Doge in Basilica. Da il il doge saliva sul Bucintoro e con le Marie si avviava a Rialto attraverso il Canal Grande. Il corteo si concludeva a S Maria Formosa , unica chiesa a quell’epoca dedicata alla Madre di Gesù, sotto i cui auspici si era riportata la vittoria contro i pirati anche perché così richiese la corporazione dei “cassoleri” (costruttori di casse) i cui uomini avevano dimostrato gran valore nel salvataggio delle spose.

Per capire l’importanza di tale festa in certe epoche della Serenissima basta ricordare che il Doge Pietro Orseolo alla sua morte lasciò terza parte dei suoi averi per la festa delle Marie, e che durante la ricorrenza era tale l’affluenza di veneziani ma anche di foresti  che la Repubblica fu costretta a prendere eccezionali misure di sicurezza.

L’antica festa è stata reintrodotta in tempi recenti e si celebra in due distinte occasioni: una durante il Carnevale con la parata di dodici fanciulle veneziane, tra cui è eletta la più bella; l’altra in giugno, quando durante la festa di S. Pietro di Castello si organizza la regata femminile su mascarete detta appunto delle Marie, cui partecipano giovani regalanti alle prime esperienze ai remi.

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5 thoughts on “Quando il Sacro Graal era nascosto a Castello

  1. Stamattina presto ho letto la tua mail, e ne sono stata felice. Come hai detto tu, siamo venexiani e ne siamo orgogliosi!!!!! un abbraccio forte ed affettuoso, e per gli auguri, sicuramente in prossimità del Santo Natale. ciao, la tua amica Piera

  2. Adesso mi e’ venuta la voglia di ricercare tutti questi posti. Grazie Piera! E’ molto stimolante questo blog!

  3. Carissimo Roberto, sono io che devo ringraziare te per aver percepito esattamente ciò che mi ha spinta a creare questo blog!!!!!!ti ringrazio e ti auguro”buone ricerche”, perchè è tutto così appassionante!! tu mi capisci di certo e ne sono molto felice. Un saluto affettuoso, ciaso!!! Piera

  4. Buon giorno. Diciamo che il trono di San Pietro è solamente una credenza popolare. Tra le altre cose essendo le steli che lo compongono con iscrizioni e simboli islamici siamo in presenza di macroscopiche incoerenze di epoche. A proposito, complimenti per questo blog.

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