Le pietre romane di Venezia

Murano.jpgChe i primi veneziani conoscessero l’antica Altino è comprovato dalle numerose pietre romane, con iscrizioni votive classiche trovate a Torcello, a Murano, di cui parleremo più avanti approfonditamente,  e a Venezia, sicuramente provenienti da Altino, che servì a lungo quale cava di marmi.

Gli esempi sono numerosi in varie zone della città, specialmente nella Basilica di San Marco, oppure nei basamenti di campanili, di chiese e di antiche mura in cui si nota il reimpiego di vecchi materiali. Alcuni mattoni di riporto, anzi, sono chiamati ” altinelle” dal nome stesso di Altino.

In un edificio presso il Ponte del Paradiso a S. Maria Formosa è inserita un’edicola romana con una nitida iscrizione Calle del Paradiso.jpgVenezia, Calle del Paradiso.jpgCalle del Paradiso.jpgcampanile di S. Vidal.jpgCampanile di S. Vidal.jpgloggiato.jpglatina. Alla base del Campanile di S. Vidal appare un antico blocco di pietra pure con iscrizione latina proveniente dal territtorio romano vicino a Venezia.

L’effige dell’imperatore bizantino Giustiniano II, in porfido rosso, orna il loggiato della img059.jpgchiesa di San Giacomo dell'Orio.jpgS. Giacomo dell'Orio.jpgBasilica di S. Marco, verso la Piazzetta.
Riva del Carbon.jpg
Venezia Riva del Carbon.jpgAll’interno della Chiesa di S. Giacomo dell’Orio tra le colonne bizantine si nota una colonna in marmo verde con capitello jonico, proveniente da qualche costruzione romana.
In riva del Carbon, inserito in un edificio, si può ammirare un antico frammento veneto -bizantino: la decorazione con animali alati ed arcatelle cieche a dentelli mostra influenze stilistiche dell’arte romanica dell’Italia settentrionale.

Museo Archeologico nell'antisala della LIbreria a S. Marco.jpgAl museo archeologico di Venezia sono conservati due frammenti architettonici romani riusati come vere da pozzo: un capitello corinzio le cui dimensioni e la vere da pozzo Museo Archeologico.jpgricchezza del modellato fanno ritenere appartenesse ad una architettura di notevole importanza, un tempio, per esempio. L’altro invece, un rocchio di colonna scanalata, presenta ad un lato un’elaborata decorazione paleocristiana.
Sui bordi delle opere si possono notare i solchi lasciati dalle funi che servivano per raccogliere il secchio dell’acqua.

Venezia, S. Pietro di Castello.jpgNotevoli anche il mosaico da pavimentazione a S. Pietro di Castello, che si trova ai piedi di un altare uil cui paliotto è S. Pietro di Castello.jpgformato da un pluteo del VI secolo. La fattura del mosaico è alquanto raffinata e fa pensare a sensibili influssi ellenistici.

S. Zaccaria.jpgAltri deliziosi mosaici del IX secolo si trovano all’interno della chiesa img065.jpgdi S. Zaccaria, nella parte più antica presso la cripta.

img066.jpgSe vi trovate a passare davanti al Museo Correr a Venezia.jpgMuseo Correr, nel cortile d’ingresso si trova una splendida serie di antiche vere da pozzo decorate secondo lo stile dei parapetti e dei sarcofaghi del IX -XI secolo, con capitello vera da pozzo con nodo di Salomone.jpgevidenti inlussi longobardi fusi a motivi tipici dsell’arte della costa capitello, Correr vera.jpgCapitello, vera Correr.jpgCapitello, vera museo Correr.jpgadriatica, e su una di queste insiste il simbolo del nodo di re Salomone.

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2 thoughts on “Le pietre romane di Venezia

  1. “CONOSCETE VOI IL CHIOSTRO DI S. APOLLONIA?
    È UN CHIOSCO DI PIETRA VERO, CON LE SUE COLONNETTE E CON IL SUO POZZO.
    …UN PICCOLO CHIOSTRO SEGRETO, APERTO SU UN ORDINE DI COLONNE ASSOTTIGLIATE E ACCOPPIATE COME LE MONACHE QUANDO PASSEGGIANO DIGIUNE AL SOLE. DELICATISSIME, NON GRIGIE, NON NERE, MA DEL PIU’ MISTERIOSO COLORE CHE MAI ABBIA DATO ALLA PIETRA QUEL GRAN MAESTRO COLORISTA CHE SI CHIAMA IL TEMPO: E, NEL MEZZO, UN POZZO; E, SUL MARGINE SOLCATO DALLA FUNE, UNA SECCHIA SENZA FONDO”.
    (Gabriele D’Annunzio, IL FUOCO).
    L’unico chiostro romanico sopravvissuto in città

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