L’unicità di Venezia e del suo particolare “habitat” nella creazione della costruzione abitativa! I meravigliosi pavimenti veneziani

palazzi veneziani.jpgscorzoni.gifLe costruzioni a Venezia sono state sempre speciali ed adeguate, come tutto ciò che concerne la vita e le necessità degli abitanti di questa straordinaria città, completamente diversa per quanto riguarda le strutture, il suo habitat e le necessità intrinseche da qualsiasi altra città al mondo.

La necessità di inferiore assorbimento solai.gifscorzoni-e-cantinelle-599x400.jpgdell’umidita rispetto alla  muratura a favore del legno rese l’architettura e la capriate1.gifcostruzione degli architetti veneziani votata all’uso di quest’elemento naturale,  specialmente per i solai ed i divisori.

I solai vennero costruiti con travi squadrate di abete e larici  disposte parallelamente al lato più corto del locale. I travi potevano posare direttamente sul muro, livellato da una rema, oppure potevano appoggiare ad una trave addossata alla parete, sostenuta a sua volta da mensole di pietra.: in tal modo le teste delle travi non penetravano nella muratura, lasciandone intatta la consistenza: in questo modo vi era un assorbimento minore dell’umidità.

pavimenti alla veneziana 1.jpgSopra i travi portanti venivano posti dei tavoloni di abete che sorreggevano in seguito il pavimento, definito “alla veneziana”: sotto i travi del solaio veniva talvolta steso un soffitto di malta su cannicciato: spesso i travi venivano lasciati a vista , ottenendo un effetto gradevolmente decorativo e di maggiore spazialità.

Nei soffitti di palazzi signorili i travi erano perfettamente squadrati e distanziati regolarmente, con spazi eguali al proprio spessore. I giunti degli assi visibili tra le travi erano coperti da coprigiunti, per cui venivano a pavimenti alla veneziana 2.jpgformarsi tra trave e trave dei riquadri, o “lacunari” spesso decorati e dipinti. Questo tipo di soffitto è conosciuto come soffittoi alla Sansovino ma era già adoperato largamente a Venezia alcuni secoli prima del Sansovino-

Sopra solai così elastici doveva essere logicamente stesa una pavimentazione che sopportasse senza danno le vibrazioni e le oscillazioni inevitabili, oltre alle modificazioni permanenti di cedimenti degli edifici. Una pavimentazione di queste caratteristiche è definita appunto ” pavimentazione alla veneziana”.

Essa è costituita da un sottofondo, impasto di cotto macinato e calce, dello pavimenti alla veneziana.jpgspessore variabile di 10, 15 cm. e anche più; Il sottofondo veniva posto direttamente sopra le travi del solaio: i vari pezzi di marmo che componevano i pavimenti, di diversi colori e dimensioni, venivano seminati a mano, ad uno ad uno alla maniera di un mosaico.

Oltre a prestare un’attenzione cromatica dovuta all’accostamento di diverse qualità di marmi, tra i quali pietre pregiate come la malachite, chi eseguiva la semina doveva avere l’accorgimento di porre i vari pezzi di diversa dimensione a diverse profondità, per cui i diametri delle pietre risultassero pressocchè a contatto, riducendo al minimo gli spazi ed apparissero al pietra pomice.jpgmedesimo livello; con una grande pietra pomice venivano levigati, e risultavano alla fine talmente vicini fa far quasi scomparire la malta con cui erano legati.

malachite.1.jpgSi comprende quindi come i pavimenti, tutti unici erano frutto della bravura e dell’estro dei vari esecutori: Il colore dei pavimenti alla veneziana ha una sua particolare vibrazione e luminosità divenendo sempre più intenso con il trascorrere del tempo e con la ripetuta imbibizione di olio di lino e cere: Il risultato è un unico manto che copre tutta la superficie dell’ambiente: esso risulta un’unica lastra monolitica , relativamente leggera ed elastica, malachite.jpgtale da presentarsi intatta e senza fessure dopo secoli, anche in ambienti molto vasti, come in alcune sale di Palazzo Ducale.

 

 

 

 

 

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