Venezia: leonessa d’Europa ed artefice della vittoria di Lepanto

Massimiliano II d'Asburgo.jpgSelim II.jpgcornaro_regina_cipro.jpgCipro veneziana.jpgI motivi di attrito tra Venezia e Turchia divennero sempre più pesanti: il sultano Selim, una volta firmato il trattato di pace con Massimiliano II d’Asburgo, nel 1568, rivendicò la proprietà dell’isola di Cipro.

Come primo atto il Sultano imprigionò il bailo della Serenssima a Costantinopoli, Marcantonio Barbaro, e preparò ingenti Marcantonio Barbaro.jpgforze per l’assedio ed il successivo possesso del’Isola.

la sublime Porta.jpgVenezia, informata dal suo ambasciatore delle intenzioni della Sublime Porta si trovava in difficoltà ad allestire una flotta a causa di un furioso incendio all’Arsenale, nel 1569, che aveva distrutto alcune tra le più importanti strutture che servivano alla costruzione delle navi.

La lega degli Stati cristiani, formata dalla flotta spagnola, capitanata da Gian Andrea Dandolo, una pontificia capitanata da Marcantonio Colonna, e quella Marcantonio Colonna.jpgveneziana, con a capo Giuliano Zane non riuscirono a concretizzare una forze omogenea a causa delle mai sopite rivalità, a causa soprattutto degli Spagnoli, per cui l’impresa fallì prima ancora di iniziare.

famagosta_1571.jpgNel frattempo Cipro cadde, dopo un feroce assedio ed i feroci supplizi per i veneziani, e quello di Marcantonio Bragadin, di cui abbiamo già parlato, ne fu l’esempio più raccapricciante.

Una nuova Lega venne quindi promossa dal Papa Pio V, che riuniva il fiore della nobiltà europea, venne allora preparata per una nuova guerra contro i Turchi comandati da Giovanni d’Austria, fratello del re Filippo II di Spagna.

La compagine europea comprendeva l’armata veneziana, quella spagnola e quella della Santa Sede accanto agli alleati che aveva risposto all’appello di Papa Pio V: il duca di Savoia, Pio_V.jpgl’Ordine di Malta, il Granducato di Toscana, la Repubblica di Genova, il duca di Urbino e quello di Parma.

mappa_lepanto.jpgsebastiano%20venier.jpgSi era così formata una delle più poderose flotte dell’epoca con duecentootto galee e un complesso di ventiseimila uomini. Oltre metà delle galee erano veneziane, al comando di Sebastiano Venier, che riuscì a convincere gli alleati ad attaccare con decisione la flotta turca nelle acque di Lepanto, presso il golfo di Patrasso e lo stretto di Corinto, in una delle più famose battaglie di tutto il secolo.

La vittoria della flotta cristiana il 7 ottobre 1571 venne ottenuta grazie a furiosi combattimenti che portarono alla distruzione della flotta nemica e numerose perdite da ambo le parti.

L’armata veneziana aveva contribuito in modo determinante alla vittoria, che suscitò una grande risonanza in tutta Europa e coronò l’attività politica di Venezia contro l’impero ottomano, dopo tanto tempo e numerosi sacrifici.

Battaglia di Lepanto 1.jpgBattaglia di Lepanto.jpgLa vittoria per la Serenissima assunse un valore  superiore a qualsiasi altra impresa militare, e vedeva così sfatata la leggenda dell’invincibilità del nemico più pericoloso che essa abbia avuto.

L’arte e la Letteratura di Venezia celebrarono a lungo la data di quella vittoria, dalla prima orazione per i nobili veneti che avevano perso la vita dello storico e politico Paolo Paruta, detta dinnanzi al doge Alvise Mocenigo, ai famosi dipinti in Palazzo Ducale, dalla costruzione della Cappella del Rosario a S. Giovanni e Paolo e a tutte le altre numerose opere sparse per la città a ricordo dell’avvenimento la cui data fu una delle più esaltanti nella Storia di Venezia.

Battaglia-di-Lepanto-1572.jpgBattaglia%20di%20Lepanto%20(Venezia-Galleria%20dell%27Accademia).jpgBattaglia di Lepanto 3.jpgWolfgang Goethe nel suo viaggio in Italia ruicorda di aver assistito a cerimonie in ricordo della battaglia di Lepanto il 7 ottobre 1786. Egli vide arrivare le barche dorate a Santa Giustina, il vecchio doge, e senatori, la nobiltà negli antichi costumi della Repubblica: ” A me fuggitivo esule nordico” egli annota ” questa cerimonia fece molto piacere . Da noi, nota, dove tutte le cerimonie si svolgono in abiti succinti, dove le più importanti che si possa immaginare hanno luogo tra fucili a spalla, una cerimonia simile sarebbe fuori posto. Ma qui, questi abiti a coda e questa tranquilla solennità stanno bene”.

Con questa vittoria la Serenissima mostrò a tutti la propria potenza ed il proprio Stemma di Paolo Paruta.jpgDoge-Alvise-Mocenigo.jpggoethe.jpgpredominio nei mari, avendo finalmente sconfitto l’antico nemico e diventando l’esempio della capacità navale e potenza bellica in tutta Europa.

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3 thoughts on “Venezia: leonessa d’Europa ed artefice della vittoria di Lepanto

  1. Ciao Piera, bell’articolo ! Grazie per averlo scritto.E’ proprio così: Venezia fu davvero grande in quello scontro. ome ricorda bene lo scrittore Arrigo Petacco (La croce e la mezzaluna) le galeazze, con il loro fronte di fuoco che si sviluppava anche sui lati oltre che su prua e poppa dello scafo, furono la vera novità assoluta in quel teatro di guerra, scompaginando fin dall’inizio la flotta avversaria. Grande tecnica e tecnologia ITALIANA !!! Ciao. Giorgio

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