S. Nicolò dei Mendicoli: anima di un sestiere tra la semplicità esterna e la raffinatezza interna!

dorsoduro a Venezia.gifcampanile-san-nicolo-mendicoli.JPGNell’isola mendigola, facente parte di una delle sette che costituiscono  il sestier de Dorsoduro venne elevata, si dice addirittura prima di quella di S. Giovanni Elemosinario, per poi essere rinnovata nel 1600, la chiesa di S. Nicolò dei Mendicoli.

E’ una chiesa esternamente umile, che ha conservato di originale ancora l’impianto veneto-bizantino del 200, con una semplice facciata, le bifore piccole ed il portico, ricomposto con materiale originale, dove, secondo una tesi si dice  che li sotto si riparassero i mendicanti ed i senza tetto: molto più probabilmente invece il suo nome si rifà all’isola su cui sorge.

chiesa di S. Nicolo 3.jpg2 s. nicolo.jpgchiesa-s-nicolo-dei-mendicoli-6.jpg3 s. nicolo.jpgL’aspetto esterno è quindi povero, semplice, anche se arricchito dal campanile romanico, ma è invece l’interno che lascia senza fiato: il soffitto completamento decorato da dipinti di allievi del Veronese, e l’illustrazionbe della vita di Cristo di Alvise del Friso. Le colonne decorate in oro, e conserva il pastorale vescovile di S. Nicolò., mentre le sue spoglie sono ricoverate presso la chiesa di S. Nicolò chiesa-s-nicolo-dei-mendicoli-4.jpgS. Nicolò interno 1.jpgdel Lido.

ponjte dei pugni 1.jpgponte dei pugni 2.jpgGli abitani dell’isola Mendigola erano i famosi Nicolotti, contadini e soprattutto pescatori, che avevano comunque il privilegio poter eleggere un “Gastaldo del Doge” che era il capo dei pescatori attraverso un’assemblea dei parrocchiani con l’intervento di un rappresentate del dogado.

Questo “piccolo” Doge si presentava vestito con una veste di panno e di raso rosso, paludato con una parrucca ed un berretto da gentiluomo dal Doge il giorno della sua investitura, accompagnato dai suoi sostenitori, e ne riceveva un abbraccio.

ponte dei pugni quadro.jpgponte dei pugni2.jpgImportanti quindi sia per la società, per il loro ruolo, ma anche , fin dal 300, avversari estremi dei Castellani ( gli abitanti del Sestier di Castello) quasi tutti arsenalotti, altra categoria di somma importanza per Venezia, i costruttori delle navi, dei cordami, di tutto ciò che riguardava la formazione della potenza più grande della Serenissima; una categoria molto rilevante per il Dogado, e per questo ritenuta e considerata di molto riguardo: Per risolvere queste divergenze ecco che un ponte senza spallette, come tutti gli altri a Venezia, a S. Barnaba, diventava il “ring” dove risolvere, senza spargimento di sangue queste dispute: la prima, la Mostra vedeva in disputa i due migliori delle due squadre, e per questo ai quattro lati della sommità del ponte vennero infisse delle orme per regolare le posizioni: lo scopo era quello di far cadere l’avversario in acqua e diventare così padrone del ponte.

ponte-pugni.JPGnicolo_mendicoli.jpgLa Frata era invece formata da due fazioni in cui potevano essere anche usate armi da taglio, e la terza, la più diffusa era la Guerra ordinata dove le due squadre davano l’assalto al ponte e a forza di di spinte vinceva chi riusciva a dominare il ponte appunto.

A tale scopo, per evitare ferimenti o danni maggiori, il fondo del canale sotto il ponte veniva fatto pulire ogni anno dal Doge, che lasciava così sbollire i violenti ardori di tali antagonisti.

Un controllo a distanza che la guida illuminata della Serenissima riusciva ad incanalare in una disputa organizzata e regolata, che lasciava infine i vincitori felici e gli sconfitti pronti a ricominciare, la volta successiva, ma che al momento opportuno sapevano unirsi senza remore per sviluppare e rendere sempre più grande questa città stato straordinaria che aveva a cuore l’ordine, la serenità e la salute dei suoi cittadini, poichè questi erano e sono stati i veri artefici di
quella fama e dominio straordinario  che ha portato a tutta Europa ricchezza, novità, cultura e conoscenze innovative.

 

 

 

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4 thoughts on “S. Nicolò dei Mendicoli: anima di un sestiere tra la semplicità esterna e la raffinatezza interna!

  1. Sempre interessante il Vs. blog.

    Lo leggo al mio venerando, anziano e veneziano padre quando vado a trovarlo.

    Però cercate di migliorare un po’ il Vs. italiano, la punteggiatura, l’ortografia.

    Qualche frase si perde per strada e ci si fa caso soprattutto leggendo ad alta voce.

    Comunque si imparano tante cose su quella che, è senza dubbio alcuno, la più bella città del mondo.

    Un caro saluto, ancora tanti complimenti e… viva San Marco.

    MLF

  2. a parte qualche refuso , non ritengo assolutamente di tradire la grammatica del nostro italiano, nè la punteggiatura: per quanto l’ortografia, come ho già scritto, la tastiera del portatile non mi aiuta. Comunque ti ringrazio per i complimenti, ed un abbraccio affettuoso a tuo padre , che spero voglia sentir leggere a lungo le mie ricerche ,,,serie e dettate dall’amore per la nostra città. con tanto affetto a te e sopratutto a tu padre, Piera

  3. Sono notzie che rallegrano il cuore. Ti fanno sentire sempre di più “orgogliosa “di essere “Veneta”. La ringrazio per questo “dono”. Non ci badi…. ci sono insegnanti e così detti “divulgatori” della lingua italiana che non sanno scrivere il “loro indirizzo”….ahahahah.. Invece La ringrazio e Le invio i miei complimenti

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