Pozioni e malefici delle streghe veneziane

le streghe.jpg76diavolo.jpgHo già avuto modo di parlare delle streghe veneziane:contrariamente alla tradizione esse non professavano il culto del diavolo, ma lo evocavano quando dovevano mettere in atto le loro pozioni o i malefici e filtri vari, in genere amorosi, ma, che si sappia, nessun maleficio mortale.

Il demonio veniva pagato anche in anticipo per il suo aiuto gettando monete e sale sul fuoco o fuori dalla finestra: la raffigurazione del demonio era rappresentata per loro da quella della carta dei tarocchi. Il loro luogo di ritrovo era presso il museo ebraico al Lido, poichè era considerato denso di forze diavolo.jpgocculte.

libro delle streghe.gifstrega 1.jpgIn genere le streghe appartenevano alla classe sociale più povera, e le ricette ed i segreti venivano tramandati di madre in figlia nella notte di Natale, o in punto di morte, e la stregoneria veniva considerata una vera e propria professione.

Tra le pratiche divinatorie vi era quella del “goto”, il strega al paiolo.jpgstrega.jpgstrega04.jpgbicchiere: veniva riempito un bicchiere con acqua, e qui venivano posti dei fili bianchi e dei fili neri, quindi si scioglieva della cera vergine, e a seconda di come di ponevano i fili quando la cera si risolidificava, dalla forma stessa della cera veniva interpretato il futuro.

Altre pratiche erano quelle di guardare in un bicchiere d’acqua illuminato da una candela, o leggere la mano, o contare gli anelli della catena del camino.

diavolo dei tarocchi.jpgdiavolo1.jpgC’era la pratica per conoscere se l’uomo amato fosse fedele, o se fosse possibile per una donna farlo innamorare di sè; era la magia del “buttar le fave”: Si usavano nove fave, e su due di esse venivano segnati il maschio e la femmina, vernivano mescolate tutte insieme mentre la strega di turno recitava prima l’Ave Maria,poi  un Pater noster, segnandole con una croce: Venivano fatte cadere assieme a della cera, della calcina, del carbone, e da come cadevano si poteva ottenere il responso richiesto.

Per pratiche di  tipo “medico” (per procurare un aborto o per far venire le mestruazioni) venivano utilizzate pozioni a base di erbe velenose come l’erba sabina , che proveniva dal Cadore o dal Cansiglio, e il prezzemolo.

streghe 1.jpgstregoneria 1.jpgData la particolarità della stregoneria veneziana, ed il particolare distacco che aveva la Serenissima dalla chiesa le malcapitate che vennero poste all’attenzione dell’Inquisizione non subirono nè torture nè tanto meno roghi: venivano tutt’al più messe alla berlina per qualche giorno, o al dover assistere alla Messa con una candela in mano: il bando dalla città per sei mesi o la fustigazione pubblica furono eventi rarissimi.

Nel 1500 vennero svolti circa 1600 processi per “strigaria, maleficio, arte nagica e superstizione”in cui gli esponenti dell’inquisizione non cercarono patti con il diavolo o fatture mortalio, per cui vennero alcune cosidderttte streghre vennero assolte altre invece dovettero pagare pegno, magari tramite una cauzione rilasciate anche da terzi.

streghe 2.jpgstreghe_04.jpgAlcune delle pseudo streghe vennero accusate per interessi personali dei loro nemici, come la bellissima cortigiana Andriana Savorgnan che sposando nel 1581 il nobile Marco Dandolo mobilitò la famiglia dello sposo, preoccupata per il patrimonio familiare, ma i due sposi fuggirono a Roma, e qui la Savorgnan venne assolta.

Tra le streghe conosciute ( i nomi sono ricavati dall’archivio storico di Venezia) Dina Passarina, che conviveva con un frate francrescano e si avvaleva dell’aiuto di uno spirito costretto, contenuto cioè in un bicchiere di cristallo di rocca, di nome Altan; Elena Draga, aiutata dallo spirito Faraon, Giovanna , “strologa” indovina e guaritrice che più volte venne processata, dal 1552 al 1564, e messa ripetutamente al bando, che usava la divinazione del “goto”, Lucia “furlana”, sfregiata in viso, che si avvaleva dell’aiuto dello spirito ” streghe 5.jpgCalderone.jpgburanello”, Giovanna Semolina che guariva la tigna, l’impotenza, e faceva l’aggiustaossi”, Maddalerna Bradamante, della la ” Nasina” ed altre.

L’unico stregone maschio conosciuto fu Francesco Barozzi, che non lasciò molta traccia di sè nel mondo esoterico della Repubblica.

La Serenissima, sempre disincantata, ironica, aperta a tutte le esperienze, anche perchè all’origine del “sapere” delle streghe vi erano esperienze popolari, naturali, conoscenza streghe.gifstreghe6.jpgstreghe.jpgapprofondita delle erbe e della natura, per cui Venezia esoterica raccolse in sè conooscenze di scienze naturali, fisica e chimica, accomunando un piccolo mondo di popolane a loro modo informate, di alchimisti ( chimici valenti) che diedero l’avvio a capolavori di conoscenza ed arte, come ad esempio l’arte dei maestri vetrai.

 

 

 

 

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