La Sek-kah a Venezia, e la sua egemonia monetaria del mondo conosciuto.

Immagine della Zecca di Venezia.jpg120px-Procuratie_Vecchie.jpg120px-Procuratie_Nuove.jpgjacopo_tintoretto_027.jpgCon l’espansione della sua potenza, la Serenissima cominciò a coniare moneta: dapprima la Zecca ( dalla parola araba sek-kah che vuole dire conio) venne collocata a Rialto, già dal IX secolo,  ma in seguito, per motivi di sicurezza, venne incaricato Jacopo Tatti, detto il Sansovino, per alzare di un piano un Palazzo attiguo alla  biblioteca,da lui stesso progettata,  e a creare appunto l’edificio della Zecca.Esso venne eretto tra il 1537 e il 1545, in 300px-Venice_-_Zecca_-_Libreria_Marciana.jpgA destra Biblioteca Marciana confinante con la Zecca.jpgpietra d’Istria, con uno stile austero, confacente con quello delle Procuratie Nuove e Procuratie vecchie, ed alla Biblioteca Marciana, una precisa linea architettonica omogenea, creata forse, per la sua austerità a dare maggior risalto agli influssi gotici e bizantini della Basilica di S. Marco e Palazzo Ducale.

La realizzazione avvenne tra il 1537 e il 1545, e la collocazione venne scelta proprio per essere maggiormente controllata dal Maggior Consiglio. Per la costruzione dell’edificio venne usata solo pietra d’istria, in modo da evitare possibili incendi che si sarebbero potuti propagare con l’uso del legno.

Prima dell’attuale collocazione la vecchia zecca aveva coniato diverse monete, tra cui il quartarolo ( soldo che edificio della Zecca.jpgquartarolo.jpgserviva per passare sul ponte di barche da una riva all’altra del Canal Grande), ma anche il 300px-Venezia_Matapan_1328_1910332.jpgducato d’Argento, coniato sotto il Doge Enrico Dandolo nel 1202,  la moneta valeva 24 denari ed era costituita da 2,18 grammi d’argento al 0,965%: in una faccia rappresentava S. Marco che porgeva il vessillo al Doge, e nell’altra veniva rappresentato il Redentore che sedeva sul trono;rifacendosi all’arabo “mantaban” che significava : il Re è seduto” ecco che assunse anche il nome di “matapan”.

matapan.jpgMatapan di Giovanni Dandolo.jpgSuccessivamente, nel 1472, sotto il Doge Nicolò Tron venne coniata la Lira d’Argento, detta Lira Tron, moneta costituita da 6,52 grammi d’argento al 948%. Essa valeva venti soldi.

Dal 1248 (Doge Giovanni Dandolo) venne coniato il Ducato d’oro, chiamato successivamente zecchino ( appunto derivante dalla Zecca), che valeva un fiorino fiorentino, ma che era costituito da oro al 99,/% , oro moneta veneziana.jpgmonete veneziane.jpgpuro, insomma (da qui la definizione di oro zecchino!).

Dal suo trasferimento nella nuova sede, la Zecca  poteva considerarsi il simbolo della tradizionale supremazia in campo monetario e di un prestigio di cui Venezia andava giustamente orgogliosa.

Infatti la moneta veneziana assieme a quella fiorentina circolava in tutta Europa; il Ducato d’Oro ( zecchino) ad esempio era usato anche nei paesi d’oriente; nel XV  secolo si affermava che Venezia fosse “padrona dell’oro di tutta la Cristianità”.

L’edificio della Zecca risulta articolato planimetricamente in due parti: una zona interna, che si svolge attorno al coniatore.jpgcortile rettangolare, divisa in numerosi piccoli ambienti adibiti a laboratori di conio e lavorazione dei metalli preziosi, dove i coniatori si alternavano nel conio di ogni moneta: uno coniava una faccia, l’altro l’altra!

Poi nella zona esterna, con la facciata sul Molo erano custoditi i tesori della Repubblica e i depositi privati con relativi Uffici.

All’estremità del corridoio c’era l’ingresso da terra (in corrispondenza con la diciassettesima arcata della Biblioteca) e l’ingresso dell’acqua, sul piccolo Rio della Zecca.

Gli ingressi vennero quindi posti non sulla facciata, ma lateralmente ed in posizione poco appariscente : La contrapposizione tra facciata ed i singoli ingressi fanno parte di un tipico atteggiamento del Governo della Serenissima: desideroso si di esibire il simbolo della propria potenza, ma nel contempo assai prudente nel mostrare le vie d’accesso a tale potenza.

Zecchino%20di%20Venezia.jpgzecchino veneziano, o Ducato d'oro.gifNaturalmente, come per tutto ciò che riguarda l’amministrazione della cosa pubblica, Venezia aveva un occhio attento, e costituiva amministratori o controllori particolari per una istituzione così delicata: Come i governatori della Zecca, il Depositario (incaricato della sorveglianza del Tesoro pubblico) i ” Provveditori sora oro e monete”, per controllare l’oro e gli altri metalli preziosi, il Conservatore del Deposito, che doveva controllare affinchè le uscite pubbliche avvenissero a norma di legge, ed i Massari all’argento e all’oro che dovevano controllare le quantità di metalli pregiati che qui venivano conservati.

Di questi magistrati rimane un’immagine del Tintoretto, quadro conservato presso le Gallerie dell’Accademia con titolo:  ” La Madonna dei Tesorieri”.

Madonna dei Tesorieri 1567 Tintoretto Gallerie dell'Accademia.jpgAnche questa capacità della Serenissima  di esprimere a livello monetario la propria potenza, divenne motivo per legare all’arte l’orgoglio di questa Repubblica unica al mondo, e di una città altrettanto unica.

 

 

 

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