Le spezie a Venezia: l’importanza della Serenissima nella gastronomia europea

cannella-benefici-su-alzhaimer.jpgChiodi_di_garofano.jpgLa funzione di Venezia nell’apertura alla cultura gastronomica europea fu davvero imnportante: il contatto della Serenissima con le culture che si affacciavano sul mediterraneo, dall’Africa e dall’Asia fu un veicolo importante per l’importazione in tutta Europa di spezie: Nel V secolo venivano scaricate dalle navi provenienti dai paesi levantini circa 5000 tonnellate di spezie, quali pepe, zenzero, zafferano, cannella, nove moscata, macis, chiodi di garofano il coriandolo ed altre.

pepe-in-grani.jpgmacis_muscade_1.jpgnoce moscata.jpgcoriandolo.jpgFamosi divennero i “sacchetti veneziani” un miscuglio di queste che venivano chiamate droghe, e venduti dagli spezieri “da grosso”.

riso al latte.JPGAnche le varie etnie che formavano la popolazione veneziana lasciarono un segno ben preciso nella cucina raffinata e particolare della Serenissima: riso con l’uvetta, gli gnocchi di pangrattato, i salami d’oca e le orecchie di Ammon, una specie di galani ripiegati su sè stessi.. ed anche l’abbinamento di riso con le verdure provengono dalla mescolanza delle varie gastronomie, come ad esempio quella ebraica, mentre agli Armeni si deve un piatto particolare: il riso al latte cotto nel latte, spolverato di cannella e zucchero.

E proprio lo zucchero venne diffuso da Venezia in tutta Europa: attorno all’anno 1000 i Cavalieri Templari lo importarono da Cipro e Creta, incrementando la produzione nell’entroterra Veneto, per cui, un pò alla volta il miele venne sostituito da questo dolce elemento,

sculture di zucchero.jpgIn seguito la lavorazione di questo dolcissimo e mirabile elemento divenne cardine di un’arte che a Venezia toccò vette incredibili: famose ed elaborate sculture di zucchero vennero curate non solo da abili pasticceri, ma le decorazioni vennero curate da importanti artisti, come il Sansovino ed anche il Canova.

Famosa rimase la “dimostrazione a sorpresa”, nel 1574 al giovane Enrico, erede al trono di Francia, e figlio  di Caterina de Medici>( la corte di Francia era tra le più raffinate e rappresentative d’Europa: Nella sala del Maggior Consiglio venne allestito un banchetto che, dalle tovaglie alle supellettili, alle statue che ornavano la sala, tutto era composto di zucchero; a questo allestimenot diede apporto appunto il Sansovino con i suoi bozzetti, e i famosi e fantastici scaletèri, pasticceri sopraffini, che resero talmente verosimili le suppellettili, la tovaglia, perfino i tovaglioli, tanto che il principe si sedette a tavola convinto di iniziare il banchetto,,,,e si accorse che tutto era stato realizzato con lo zucchero quando il tovagliolo si disgregò tra le sue mani.

Naturalmente seguì il vero banchetto, ma la straordinarietà dell’evento rimase negli annali della cucina europea.

risi-e-bisi-fibished-dish.jpgsarde-saor.jpgAnche il riso venne importato dai veneziani, che all’inizio lo utilizzaano come sostanza addensante per zuppe o minestre, e veniva venduto nelle spezierie a chicchi, ed in seguito, reimpiantato e coltivato nell’entroterra veneto divenne parte essenziale della cucina veneziana: il famoso “risi e bisi (piselli) è il piatto che in genere viene cucinato per la festa del patrono, S. Marco.

Anche la vita dei veneziani, come quella di tutte le popolazioni marinare, li costrnse a cercare i modi migliosi per la conservazione degli alimenti:  nacque così “il saor”, fatto sia con le sarde e anche con i passerini, e la creazione di un pane biscottato, bussolai%202.jpgchiamato “frisopo”, che aveva il pregio di durare anche per anni sempre saporito e fragrante: Nel 1821, durante alcuni scavi a Creta operati in un antico forte veneziano, venne ritrovato un sacco contenente questi biscotti risalenti alla guerra contro i Turchi, 150 anni prima, e i frisopi si rivelarono non solo ancora commestibili, ma anche buoni. I discendenti sono i bussolai, che ora sono dolci, anche se la ricetta del frisopo è stata dimenticata.

operascappibig.jpgScappi-Bartolomeo.jpgL’arte della cucina e della pasticceria furono quindi peculiari nella cultura della Serenissima, e proprio a Venezia vennero pubblicati dal 1500 famnosi libri di ricette, tra cui quello di uno dei più famosi cuochi veneziani, Bartolomeo Scappi-.

 

 

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