L’Arsenale: la fucina della potenza navale di Venezia

arsenale-di-venezia.jpgSe passeggiamo tranquillamente nella splendida Piazza San Marco, e ci dirigiamo verso Sant’Elena ecco che alla nostra sinistra appare, in distanza, un magnifico portale: basta avvicinarsi ed ecco che appare in tutto il suo splendore: costruito nel 1460 dal Gambello, utilizzando antiche colonne di marmo greco e bellissimi capitelli veneto-bizantini: si tratta dell’ingresso via terra dell’Arsenale, la fucina vera della potenza navale di Venezia in tutta Europa.

Dopo la vittoria di Lepanto il capitello venne sopraelevato e decorato con il Leone alato e la scritta celebrativa, ed in seguito ancora la Statua di Santa Giustina.

Doge Francesco Morosini.jpgNel 1687, per celebrare le vittorie di Francesco Morosini nel Peloponneso l’ingresso fu ulteriormente arricchito, in sostituzione del ponte, dalla terrazza antistante, decorata dalla cancellata e dalle otto statue allegoriche.

350px-I_Leoni_dell%27Arsenale.jpgLateralmente alla terrazza vennero posti due leoni in pietra, riportati dalla Grecia, che portano delle scritte runiche: notevoli opere d’arte sono la statua della Vergine del Sansovino (1520) all’interno dell’ingresso, ed il portabandiera in bronzo, di Gianfranco Aberghetti (1693), posto davanti sul piazzale d’ingresso.

L’Arsenale sorse nel 1104 nella parte orientale della città, su due isole gemelle o “Zimole”: furono installati 24 cantieri, o scali scoperti, in un recinto protetto da mura, con un bacino centrale collegato al bacino di San Marco attraverso il Rio della arsenale5.jpgMadonna, detto da allora in poi dell’Arsenale”.

Tale nome sembra derivi dalla parola araba “darsina’a” (casa dell’industria), e l’impianto costituì il primo nucleo del cantiere di stato, affinchè si potessero costruire, sotto il controllo del Governo, le navi per la flotta militare.

Tanti altri cantieri esistevano già a Venezia, detti “squadri” (da squadrare il legno) o squeri, ma erano tutti privati, dedicati insomma alle navi mercantili, se ne trovavano a S. Alvise, a Cannaregio, a S. Ternita, ma il più importante era in località “Terranova”, sul Bacino di San Marco.

Col tempo però l’Arsenale (chiamata allora Arsenal vecio) stava diventando piccolo ed obsoleto, per cui nel 1303 si ebbe il primo ingrandimento, a cui seguì quello del 1325.

Dante.jpgNel 1306 venne in visita a Venezia Dante Alighieri, quale ambasciatore dei Da Polenta di Ravanna; osservatore acuto egli ne trasse la celebre descrizione dell’Arsenale  (inferno, canto XXI):…
            

             Quale ne l’Arzenà dè Viniziani
             bolle l’inverno la tenace pece
             a rimpalmar i legni lor non sani;

                             chi nevicar non posson – in quella vece
                                       chi fa suo legno novo e chi ristoppa
                                       le coste a quel che più viaggi fece;

                                       chi ribatte da prora e chi da poppa
                                       altri fa remi e altri volge sarte;
                                       chi terzaruolo e artimon rintoppa ……..

 è significativo come il sommo poeta, acuto osservatore di fatti politici oltre che di uomini, abbia voluto immortalare questi ricordi, esprimendo così il potenziale militare ed economico della Repubblica, ed il carattere pieno di avventura e di attivismo del popolo veneziano di allora.

arsenale alta.jpgLa posizione dell’Arsenale rispetto alla città fu scelta in modo da trovarsi nella parte orientale, verso il mare, vicino allo specchio d’acqua ampio ma sicuro tra l’isola di S. Servolo e l’isola di S. Elena, dove poteva concentrarsi e stazionare un gran numero di navi della flotta militare, senza disturbare in alcun modo la normale attività del porto commerciale che si svolgeva più a ovest, addentrandosi perfino nel Canal Grande.

Oltre alla porta di terra c’è anche la porta di mare: è fiancheggiata da due torri. Esse vennero costruite in periodi diversi, ma vennero modificate e poi ricostruite nel 1574; quindi, nel 1686 furono nuovamente rifatte per lasciare più spazio all’ingresso delle navi a vela.

Arsenale di De Barbari -Torri.jpgarsenale torri d'entrata.jpgOra le due grosse torri sono isolate, ma allora la loro funzione era di sostegno e perno per i due cancelloni mobili con affiancato un ponte levatoio ad essi incorporato, detto appunto ” ponte del restrello”: si trattava di una macchina piuttosto complessa e vistosa, come si può osservare dall’antica incisione del De Barbari.

Nel frattempo l’Arsenale veniva ampliata, nel 1457 con l’aggiunta dell’Arsenale nuovo, con le tettoie delle Galeazze, e nel 1573 con l’Arsenale Nuovissimo, per la quale il Sansovino ideò le due grandi tettoie acquatiche dette “delle Gaggiandre”, che alla funzionalità aggiunsero anche un’accuratezza ed un’esecuzione  particolarmente 1Arsenale - Le Gaggiandre del Sansovino.jpgnave.jpgnave in costruzione.jpgraffinata per la ricercatezza formale.

Nel 1547 fu costruito da Nicolò Sanmicheli, l’architetto militare della Repubblica, il fabbricato destinato a custodire il Bucintoro, la ricchissima nave da parata del Doge.

Qui venne quindi costruita la potenza navale di Venezia, la sua supremazia sui mari, la sua potente flotta, ma per fare tutto ciò c’era bisogno di gente competente, di materiali, di capacità ed intelligenza: di questo parlerò Entrata dell'Arsenale del Canaletto.jpgla prossima volta.

 

Facebook Comments

One thought on “L’Arsenale: la fucina della potenza navale di Venezia

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *