Venezia e la meravigliosa”strega” della mia infanzia!

canaletto_canalgrande.jpglaguna%20venezia-300.jpgMeravigliosa l’infanzia di ua bambina, una qualsiasi che è nata a Venezia; legata alla meraviglia di questa luce unica, tersa, variegata dai mille bagliori dell’acqua che languidamente accoglie queste isole e che rende un unicum, tra terra ed acqua, coscienziosamente e laboriosamente un insieme di stati; liquido e solido, per dare a chi la vive e a chi l’ha vissuta una serie di esperienze che nessuna persona che non le ha vissute sono comprensibili soltanto attraverso la fantasia.

Campo dei Gesuiti.jpgCampo dei Gesuiti a Venezia.jpgE in questa infanzia io ho avuto il privilegio di accostarmi a persone e a reltà che fanno parte viscerale del mio essere, e che creano nei miei ricordi una sorta di insieme fiabesco che mi ha arricchita e resa ancor più legata ai più piccoli particolari di un ambiente assolutamente unico, sia fisico che culturale.

Nei miei primi ricordi l’immagine, spiata da me e dalle mie sorelle di una donna, una donnina qualsiasi, piccola, magra, i VEcchia di Giorgione.jpgvecchiacon fuso.jpgcapelli ingrigiti , i vestiti lunghi e neri riparati da un grembiule grigio, che abitava a piano terra della casa in cui viveva mia nonna: La porta di ingresso, la penombra delle scale che alla sera diventava buio completo, e sulla destra, prima di salire i gradini alti e faticosi per le gambe piccole di una bimba, ecco una porta socchiusa:

Niente di meglio per attrarre la curiosità, ed ecco che, con il cuore in tumulto, la voglia di scappar via ed insieme di vedere, ai miei occhi appariva l’immagine di questa donna seduta accanto ad un camino che a me appariva enorme, ed al gancio appeso un paiolo che lei rimestava con un cucchiaio di legno, quasi assente, mentre nell’aria si spandeva un intenso odore di tabacco.

camino.jpgCucina%20veneta%201.jpgPer le mie sorelle e per me era l’immagine vera della strega, e così la chiamammo, rendendola in qualche modo oggetto delle nostre superstizioni, delle nostre fantasie e catalizzatrice delle nostre paure..la porta semichiusa, l’immagine, alla luce tremula della lampadina e l’intensa fiamma che scaldava il paiolo.

Per noi sorelle è rimasta “la Strega”, ma nei nostri cuori è stata l’emblema di un modo di vivere Venezia da persone sole, da donne sole che hanno saputo creare attorno a loro un’aurea di mistero..condivisa con quelle piccole giovani donne ( noi sorelle) attraverso la fessura Cucina%20veneta%202.jpgcamino2.jpgdi una porta di ingresso lasciata volutamente semichiusa, dall’ammiccare di un gatto a volte pacioso ed altre volte scontroso,  e riparata dalla vista degli indesiderati dalle foglie delle aspidistre che occultavano le finestre…quante emozioni ci donò quella “strega”, e quante fantasie..e credo strega al paiolo.jpggatto della strega.jpgAspidistra_elatior_pianta.jpgstreghe.pngproprio che ne fosse talmente cosciente da sorridere li, dove ora si trova, di questa complicità e di questa esperienza unica nella vita di una bambina veneziana!
Grazie “strega”!.

 

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